Questa sì che è una bella domanda, per me che sono un sacerdote più giovane fuori che dentro. Forse non lo so esattamente neppure io. Il mio rapporto con internet e i social network è sempre stato contrastante. All'inizio, quando tutto è cominciato, ne ero uno strenuo avversario. Li vedevo come una perdita di tempo, e detto francamente, non mi interessava entrare in contatto con sconosciuti soggetti virtuali. Contava molto di più la mia libertà e la mia solitudine.
Poi però le cose cambiarono. Le esigenze pastorali mi hanno quasi costretto ad accedere a facebook, la curiosità a twitter e infine il gusto personale a instagram. Ne ho cominciato ad apprezzare le potenzialità, e devo confessarlo, mi sono fatto prendere dalla vanità. Ho fatto anche esperienza della parte più oscura e becera del mondo social.
Oggi, personalmente, mi sono ritirato da tutto. Non ho cancellato i miei account, perché qualcuno mi è ancora utile per la pastorale, e ci sono là fuori persone carine con cui ancora vorrei rimanere in contatto, ma l'ultima volta che ho postato qualcosa è stato anni fa.
E allora che ci faccio qui?
Forse creare qualcosa che sia un piccolo spazio che metta in comunicazione la mia vita reale e le vite virtuali degli altri. Un blog, certo.
Un blog che mi permetta di condividere le cose davvero importanti per me restando però lontano dalla frenesia e dal chiasso.
Voglio restare nel silenzio, un silenzio virtuale, interiore, spirituale, che mi manca spesso anche nella vita vera.