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Colletta Alimentare: chi sono i nostri poveri?

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Tags: collettaalimentarepovericaritàpovertà
 

Domani, sabato 30 novembre torna in tutta Italia la 23a edizione della Giornata nazionale della colletta alimentare, promossa dalla Fondazione Banco Alimentare. In oltre 13.000 supermercati, 145.000 volontari inviteranno a donare alimenti a lunga conservazione, che nei mesi successivi verranno distribuiti a 7.569 strutture caritative (mense per i poveri, comunità per minori, banchi di solidarietà, centri di accoglienza, caritas…) che aiutano più di 1.500.000 persone bisognose in Italia, di cui quasi 345.000 minori. Le donazioni di alimenti ricevute il 30 novembre andranno a integrare quanto Banco Alimentare recupera quotidianamente, combattendo lo spreco di cibo. Nel 2018, grazie all’efficienza anche logistica delle 21 sedi regionali di cui si compone la Rete Banco Alimentare, sono state distribuite oltre 90.000 tonnellate di cibo.

Dell’urgente necessità di gesti effettivi di carità come questo, ce ne rendiamo conto dando uno sguardo al report sulla povertà in Italia dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat). I numeri parlano chiaro: nel 2018, si stima che oltre 1,8 milioni di famiglie siano in condizioni di povertà assoluta, e poco più di 3 milioni di famiglie in povertà relativa.

Sono considerate in povertà assoluta le famiglie e le persone che non possono permettersi le spese minime per condurre una vita accettabile. La soglia di questa spesa sotto la quale si è assolutamente poveri è definita da Istat attraverso il paniere di povertà assoluta. Questo comprende l’insieme dei beni e servizi che, nel contesto italiano, vengono considerati essenziali. Ad esempio le spese per la casa, quelle per la salute e il vestiario. Ovviamente l’entità di queste spese varia in base a dove abita la famiglia, alla sua numerosità e ad altri fattori come l’età dei componenti.

Ad esempio, per un adulto (di 18-59 anni) che vive solo, la soglia di povertà è pari a 834,66 euro mensili se risiede in un’area metropolitana del Nord, a 749,67 euro se vive in un piccolo comune settentrionale, a 563,77 euro se risiede in un piccolo comune del Mezzogiorno. Per una famiglia composta da due genitori e due figli tra i 4-10 anni, e che vive in un piccolo paese del Centro, è pari a 1.426,68 euro. Una famiglia «sicuramente povera» vive con un reddito inferiore all’80% della soglia di povertà. Se vive con una somma che va dall’80% al 120% della soglia è considerata «appena povera» o «quasi povera». Se invece supera il 120% della soglia è «sicuramente non povera».

In generale più poveri risultano essere le giovani famiglie, quelle numerose, o con un solo genitore: «la povertà familiare presenta un andamento decrescente all’aumentare dell’età della persona di riferimento: le famiglie di giovani, infatti, hanno generalmente minori capacità di spesa poiché dispongono di redditi mediamente più contenuti e hanno minori risparmi accumulati nel corso della vita o beni ereditati».

Nel 2018, la povertà assoluta in Italia colpisce 1.260.000 minori. La maggiore criticità per le famiglie con minori emerge non solo in termini di incidenza, ma anche di intensità della povertà: le famiglie con minori sono più spesso povere, e se povere, lo sono più delle altre. In maniera particolare soffrono poi i minori stranieri: «la cittadinanza delle famiglie con minori ha un ruolo importante sulla condizione di povertà: la povertà assoluta per le famiglie di soli italiani con minori è, infatti, pari al 7,7%, mentre interessa quasi una famiglia su tre in quelle composte da soli stranieri con minori (31,0%)».

Questo ci dimostra quanto siano vere le parole di Gesù: «I poveri li avete sempre con voi» (Marco 14,7). E allora, domani, facciamo un gesto di generosità.

Buon cammino.



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