Il 30 settembre 2019, giorno della memoria liturgica di S. Girolamo, ricorreva il 1600° anniversario della morte del grande santo che tradusse la Bibbia dal greco al latino. Forse la sua citazione più conosciuta è quella tratta dal Prologo al commento del Profeta Isaia: «Adempio al mio dovere, ubbidendo al comando di Cristo: “Scrutate le Scritture” (Gv 5,39), e: “Cercare e troverete” (Mt 7,7), per non sentirmi dire come ai Giudei: “Voi vi ingannate, non conoscendo né le Scritture, né la potenza di Dio” (Mt 22,29). Se, infatti, al dire dell’apostolo Paolo, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio, colui che non conosce le Scritture, non conosce la potenza di Dio, né la sua sapienza. Ignorare le Scritture significa ignorare Cristo».
Proprio in quell’occasione, papa Francesco ha firmato la Lettera apostolica in forma di Motu proprio «Aperuit illis», e citando proprio Girolamo, afferma che «la relazione tra il Risorto, la comunità dei credenti e la Sacra Scrittura è estremamente vitale per la nostra identità. Senza il Signore che ci introduce è impossibile comprendere in profondità la Sacra Scrittura, ma è altrettanto vero il contrario: senza la Sacra Scrittura restano indecifrabili gli eventi della missione di Gesù e della sua Chiesa nel mondo».
Già nella Lettera Apostolica «Misericordia et misera» a conclusione del Giubileo Straordinario della Misericordia, Bergoglio affermava che «adesso, concluso questo Giubileo, è tempo di guardare avanti e di comprendere come continuare con fedeltà, gioia ed entusiasmo a sperimentare la ricchezza della misericordia divina» (n. 5), e come i singoli cristiani e le comunità siano chiamati a vivere e celebrare la misericordia prima di tutto nella vita sacramentale (eucaristia, riconciliazione e unzione dei malati).
«In tale contesto, assume un significato particolare anche l’ascolto della Parola di Dio. Ogni domenica, la Parola di Dio viene proclamata nella comunità cristiana perché il giorno del Signore sia illuminato dalla luce che promana dal mistero pasquale» (n. 6). «La Bibbia è il grande racconto che narra le meraviglie dell’amore del Padre», e «attraverso la Sacra Scrittura, mantenuta viva dalla fede della Chiesa, il Signore continua a parlare alla sua Sposa e le indica i sentieri da percorrere, perché il Vangelo della salvezza giunga a tutti» (n. 7).
L’idea che il papa lanciava era piuttosto semplice: «Sarebbe opportuno che ogni comunità, in una domenica dell’Anno liturgico, potesse rinnovare l’impegno per la diffusione, la conoscenza e l’approfondimento della Sacra Scrittura: una domenica dedicata interamente alla Parola di Dio, per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo. Non mancherà la creatività per arricchire questo momento con iniziative che stimolino i credenti ad essere strumenti vivi di trasmissione della Parola. Certamente, tra queste iniziative vi è la diffusione più ampia della lectio divina, affinché, attraverso la lettura orante del testo sacro, la vita spirituale trovi sostegno e crescita».
Ed è proprio questa idea che Francesco definisce in «Aperuit illis»: «intendo rispondere a tante richieste che mi sono giunte da parte del popolo di Dio, perché in tutta la Chiesa si possa celebrare in unità di intenti la Domenica della Parola di Dio» (n. 2). «Stabilisco, pertanto, che la III Domenica del Tempo Ordinario sia dedicata alla celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio» (n. 3).
La grande preoccupazione del papa è che «la Bibbia non può essere solo patrimonio di alcuni e tanto meno una raccolta di libri per pochi privilegiati. Essa appartiene, anzitutto, al popolo convocato per ascoltarla e riconoscersi in quella Parola. Spesso, si verificano tendenze che cercano di monopolizzare il testo sacro relegandolo ad alcuni circoli o a gruppi prescelti. Non può essere così. La Bibbia è il libro del popolo del Signore, che nel suo ascolto passa dalla disperazione e dalla divisione all’unità. La Parola di Dio unisce i credenti e li rende un solo popolo» (n. 4).
E allora ci chiediamo: cosa fare per cominciare a scoprire personalmente la Scrittura? Prima di tutto bisogna procurarsi una Bibbia, prendendo familiarità con questo libro così strano, magari sfogliandola e cominciando a leggere qualche pagina ogni giorno. Di alcuni santi si racconta che, aprendo a caso il Vangelo, hanno cercato nel primo versetto che capitava sotto i loro occhi una parola personale che il Signore – così pensavano – aveva riservato a ciascuno di loro. Può succedere anche a te. Un’altra idea è informarsi nella propria parrocchia se ci siano momenti di lectio divina, o catechesi biblica: potrebbe essere l’occasione per fare un primo passo nel conoscere meglio il Signore.
Buon cammino
Per approfondire:
- CEI, Sussidio per la celebrazione della I Domenica della Parola di Dio (26 gennaio2020), in chiesacattolica.it
- Papa Francesco, Lettera Apostolica «Misericordia et misera» (20 novembre 2016), in vatican.va
- Papa Francesco, Motu proprio «Aperuit illis» (30 settembre 2019), in vatican.va