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Lectio su Matteo 3,13-17: Il Figlio mio, l’amato (Battesimo del Signore)

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Pubblicato da in Lectio divina ·
Tags: lectiobattesimo


LETTURA

Testo (Matteo 3,13-17)

13 Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. 14 Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». 15 Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. 16 Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. 17 Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».



Comprensione del testo

v. 13
Gesù

Galilea

Giordano
È il fiume lungo circa 320 km che divide la Cisgordania dalla Transgiordania, rendendo fertile la terra lungo il suo corso. Nasce dal Monte Hermon, raggiunge il Lago di Tiberiade e sfocia nel Mar Morto. Lungo il corso di questo fiume vengono commemorati alcuni fatti biblici: il passaggio del Giordano da parte degli israeliti per entrare nella terra promessa (Gs 3-4); il passaggio di Elia e il suo rapimento in cielo su un carro di fuoco (2Re 2,1-18); la predicazione di Giovanni Battista (Gv 1,19-42); il battesimo di Gesù (Mc 1,1-11; Lc 3,1-21; Mt 3).

Giovanni

v. 15
giustizia
In Matteo il termine «giustizia» indica la nuova e radicale fedeltà alla volontà di Dio. Giovanni e Gesù si sottomettono tutti e due a un piano di Dio il cui significato verrà rivelato da tutto il vangelo.

v. 16
Spirito di Dio

discendere come
Lett: «a modo di» una colomba. Diversamente da Luca (3,22), che per descrivere lo Spirito utilizza l’idea della forma corporea della colomba, Matteo usa un’espressione che sottolinea come lo Spirito scenda non con la forma di colomba, ma con un movimento simile a quello della colomba.

colomba
Il significato di questo simbolo non si è ancora potuto stabilire con certezza. Probabilmente non si tratta di un’allusione alla colomba che ritornò all’arca di Noè. Alcuni, in base ad alcune tradizione ebraiche che vedevano una colomba nello Spirito di Dio che aleggiava sulle acque (Gen 1,2), ritengono che essa richiami la nuova creazione che ebbe luogo al battesimo di Gesù.

v. 17
il Figlio mio, l’amato
Espressione che mette insieme la terminologia del Sal 2,7, che riprende l’antica terminologia di Natan di 2Sam 7,14 («egli mi sarà figlio…»), e quella di Is 42,1 («il mio eletto in cui mi compiaccio»). Unendo questi testi biblici Matteo riunisce in Gesù le due figure profetiche del figlio regale e del Servo.

compiacimento
Lett.: «in cui ho messo la mia compiacenza». Non si tratta di una compiacenza arbitraria, ma di una elezione in vista di una missione.



MEDITAZIONE

Interpretazione del testo

v. 13
Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Dopo i racconti della nascita di Gesù (cap. 1), della visita dei Magi, della fuga in Egitto e il ritorno a Nazaret (cap. 2), il cap. 3 si apre con la predicazione di Giovanni Battista (vv. 1-12), che arriva a dire: «Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Dopo questo annuncio, Gesù si presenta sulle rive del Giordano, perché ha deciso di ricevere il battesimo con acqua. Gesù non ha bisogno di essere perdonato dai peccati, ma vuole unirsi e condividere pianamente le attese e le speranze di tutti gli uomini e le donne. È l’ultimo passo del mistero dell’incarnazione: il Verbo si è fatto uomo, e vuole unirsi all’umanità anche nelle conseguenze del male e del peccato.

vv. 14-15
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Giovanni riconosce la diversità tra loro due ed è consapevole della novità portata da Gesù, la Nuova Alleanza. L’atteggiamento di Gesù è ancora quello di sottomettersi al piano di Dio, adempiendo «ogni giustizia».

vv. 16-17
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
In tutti i vangeli è evocata la proclamazione dell’identità divina di Gesù da parte del Padre e dello Spirito Santo presente «come» colomba. Matteo dice «questi è» e non «tu sei», come Marco e Luca: le parole del Padre non sono dirette a Gesù, ma a Giovanni e attraverso di lui a tutti noi.



Applicazione alla mia vita

Il Battesimo di Gesù è l’ultimo atto, l’ultima scena della grande opera dell’incarnazione. Cristo si è fatto uomo. Ma il suo essere uomo perfetto, non è abbastanza. Perché nessun’altro è come lui. Tutti gli altri sono schiacciati e segnati dal peccato, sentono la pesantezza delle conseguenze del male fatto e ricevuto che grava nella sulle loro vite. E allora capisce che il piano di Dio è che lui si faccia compagno dell’uomo peccatore, accolga questa sofferenza nel suo cuore.

Gesù non ha bisogno del battesimo di Giovanni. Non ha bisogno di convertirsi. Non ha bisogno di essere perdonato. Ma tutti i suoi fratelli ne hanno bisogno. E così li accompagna, si fa loro compagno di cammino. Sperimenta le conseguenze del peccato perché i suoi fratelli ricevano le conseguenze della sua salvezza. In fondo il piano è proprio questo: Dio si fa uomo, per fare l’uomo come Dio.

Anche noi ascoltiamo le parole del Padre: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento». Gesù è il Figlio del Padre, l’amato di cui anche noi ci compiaceremo. Lui ci dona quel battesimo nello Spirito Santo che ci rende figli del Padre, suoi fratelli e sorelle.



PREGHIERA

Signore Gesù, tu vieni a cercarmi nella mia sofferenza e nella mia tenebra…
Padre, tu mi presenti il tuo Figlio amato, perché io lo riconosca…
Spirito Santo, vieni nel mio cuore…



CONTEMPLAZIONE
Gusto, senza più bisogno di parole, la presenza di Dio.
Cerco di vedere me stesso e il mondo come li vede lui.


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