Lectio su Mt 1,18-24: Il sogno di Giuseppe (IV domenica di Avvento) - Blog - Teofilo in cammino

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Lectio su Mt 1,18-24: Il sogno di Giuseppe (IV domenica di Avvento)

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LETTURA

Testo (Matteo 1,18-24)

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.

Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.

Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa..



Comprensione del testo

v. 18
Così fu generato
Matteo spiega in che modo Gesù, benché figlio di una vergine, sia figlio di Davide, attraverso Giuseppe.

Cristo
È la traduzione greca dell’ebraico Messia, che significa «Unto». Indica colui che viene consacrato da Dio per mezzo di un rito ed anche in senso traslato, per esempio il re (1Sam 26,23; 2Sam 22,51), o il sommo sacerdote. Con la distruzione di Gerusalemme (586 a.C.) e la fine della monarchia, in esilio a Babilonia, in Israele nasce la speranza dell’arrivo di un Messia futuro. Per Matteo Gesù è il Messia atteso, il Cristo.

Maria
Forma greca e latina del nome Miryam, che proviene dall’egizio mry (= amata) o mr (= amore). Non a caso l’unico personaggio dell’AT che porta questo nome è Miriam, la sorella di Mosè, nata proprio in Egitto. A questa radice viene aggiunto il nome Yam (= Dio), e significando quindi «Amata da Dio» e/o «Amante di Dio».

promessa sposa
Si può tradurre con fidanzata, ma in realtà Maria è legalmente sposata con Giuseppe, ma non sono ancora andati a vivere insieme, perché nel matrimonio ebraico deve passare un certo tempo prima che lo sposo introduca la sposa nella sua casa (cf Mt 25,1-13).

Giuseppe
Nome ebraico, Yosef, basato sul verbo yasaph (= accrescere, aumentare), e che significa «Dio accresca», «Dio aggiunga», inteso come augurio per la nascita di altri figli. In questo senso è il nome dell’ultimo figlio, prima di Beniamino, del patriarca Giacobbe, quello venduto dai fratelli e portato in Egitto (Genesi 37-50).

Spirito Santo
La parola ebraica usata per indicare lo Spirito originariamente significava «soffio di vento» (Es 10,13). Dio è signore di questo respiro di vita (Gen 2,7) ed è colui che fa vivere (Ez 37,1-14). Lo si vede all’opera già nella creazione (Gen 1,2), e i profeti sanno di essere guidati da esso. Lo Spirito di Dio si poserà sul Messia (Is 11,2s; 42,1). Peri cristiani, lo Spirito Santo è una delle persone della Trinità, insieme al Padre e al Figlio. Nel Credo diciamo: «Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio, e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti».

v. 19
giusto
Le parole «giusto» e «giustizia» sono molto usati da Matteo. «Giusto» è l’uomo che aderisce al piano di Dio. «Giustizia», d’altro canto, non ha un significato giuridico, come per noi oggi, piuttosto indicala «giusta» relazione tra Dio e l’uomo. Al tempo di Gesù era molto diffusa una concezione piuttosto unilaterale: giusto era l’uomo fedele alla Legge. Giuseppe, con le sue azioni, dimostra che questa concezione è piuttosto limitata, e apre a interpretazioni più autentiche.

accusarla pubblicamente
Dovremmo tradurre meglio: Giuseppe non voleva «compromettere» Maria, non voleva «esporla al disonore». Maria, accusata pubblicamente da Giuseppe, sarebbe stata accusata di infedeltà e probabilmente condannata alla lapidazione (Dt 22,20-21).

pensò di
Non si tratta di una decisione già presa, ma di una valutazione, di un orientamento di pensiero.

ripudiarla in segreto
Nessun testo dell’AT può legittimare il carattere «segreto» di questo ripudio: al contrario, per essere legittimo, il ripudio doveva essere convalidato da un certificato ufficiale (Dt 24,1). Ripudiare la sua sposa in segreto, significata, ufficialmente, continuare ad essere sposato con lei.

v. 20
sogno
Dio si rivela a Giuseppe attraverso un sogno. Non è un’apparizione, né un incontro reale, come quello dell’angelo Gabriele e Maria. È, potremmo dire, un modo «arcaico» di comunicazione di Dio.

un angelo del Signore
Qualifica che indica, come nell’AT, l’intervento di Dio stesso (Gen 16,7.13; Es 3,2). Non bisogna confondere l’Angelo del Signore con gli angeli.

figlio di Davide
Nella pagina precedente, Matteo (1,1-17) ha appena descritto la Genealogia di Giuseppe, che lo congiunge al re Davide, e quindi direttamente al patriarca Abramo.

non temere
È il «mysterium tremendum» che si prova davanti al manifestarsi del divino, perché genera meraviglia, stupore, incertezza, sbigottimento… Non è «paura» o «timore», piuttosto il riconoscersi piccoli e insignificanti di fronte all’infinito di Dio.

è generato in lei
Si trova qui l’idea della generazione da parte di Dio. Da notare che non è generato «da lei» o «con lei», ma «in lei»: Maria è il contenitore che accoglie.

v. 21
Gesù
Gesù significa etimologicamente «il Signore salva».

v. 22
profeta
È la prima delle citazioni di adempimento con cui Matteo interpreta gli avvenimenti più importanti della vita di Gesù (1,22; 2,15.17.23; 4,4; 8,17; 13,35; 21,4; 27,9). Esse presentano tutte una formulazione sostanzialmente identica.

v. 23
vergine
L’originale ebraico non parla di una «vergine» in modo esplicito, ma usa un termine generico ‘almâ, dove la sottolineatura semantica non è tanto sulla verginità quanto sull’età: indica una giovane donna che ha raggiunto la pubertà.

sarà dato il nome
Matteo ha alterato il verbo originale di Isaia (7,10) passando dalla prima persona singolare («che chiamerà») al plurale («che chiameranno»). Emmanuele smette di essere il nome dato al figlio dal genitore, e diventa un titolo dato a Gesù dai suoi discepoli.

Emmanuele
Un nome che nell’AT si trova sono in Isaia (7,14 e 8,8), e che significa, appunto, «Dio con noi».



MEDITAZIONE

Interpretazione del testo

v. 18
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
Maria appare incinta prima di convivere con Giuseppe, suo sposo. Agli occhi esterni questo potrebbe sembrare una trasgressione, punibile anche con la morte, ma guardandola con gli occhi di Dio è esattamente il contrario.

v. 19
Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
La giustizia di Giuseppe lo porta a capire che deve superare la legge. Invece di denunciare, preferisce rispettare il mistero che non capisce e si decide ad abbandonare Maria in segreto. Questo significa continuare “ufficialmente” ad essere suo marito, ma lasciandola libera di seguire la strada a cui Dio l’ha chiamata. Questo avrebbe significato per lui accettare l’idea di rimanere solo e non poter formare una famiglia con nessun altra donna.

vv. 20-21
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
«L’angelo del Signore» aiuta a scoprire la dimensione più profonda della vita e degli eventi. Fa capire a Giuseppe che la gravidanza di Maria è frutto dell’azione dello Spirito Santo. Il figlio di Maria riceve due nomi: Gesù ed Emmanuele. Gesù perché la salvezza non viene da ciò che noi facciamo per Dio, ma da ciò che Dio fa per noi. Emmanuele perché Dio non abbandona mai il suo popolo.

vv. 22-23
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
In Cristo si realizzano le promesse di Dio.

v. 24
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Svegliato dal sonno, Giuseppe fece ciò che gli disse l’angelo e portò Maria a casa sua.



Applicazione alla mia vita

Giuseppe è un uomo normale. Sogna una vita normale: una famiglia, un lavoro, un futuro sereno. Ma Dio entra a gamba tesa nella sua esistenza e sembra avergli fatto il più grande dei dispetti: si è preso sua moglie, la sua «amata», Maria. Quando lei gli ha raccontato della visita dell’angelo Gabriele non c’erano ombre nei suoi occhi, il suo sguardo doveva essere limpido come sempre. E in Giuseppe non c’era posto per dubbi sulla fedeltà di Maria. Pensare ad un eventuale tradimento era impossibile. Dio era davvero intervenuto.

Ma allora cosa fare? Giuseppe avrebbe voluto una vita normale, ma Maria era stata chiamata ad una vita diversa. L’angelo le aveva detto che questo figlio sarebbe stato straordinario, e aveva usato le parole «Figlio dell’Altissimo», e «Figlio di Dio». Forse, per Giuseppe, la scelta più giusta, ma anche la più dolorosa, era lasciarla libera di proseguire sulla strada che Dio aveva scelto per lei. Dio l’aveva chiamata ad una vita straordinaria, e lui, per amore, non poteva che fare un passo indietro.

Giuseppe però conosceva la legge. Sapeva che gli altri, che non conoscevano la verità, avrebbero pensato subito male, e forse avrebbero accusato Maria di infedeltà. Pensando al da farsi, Giuseppe crede di aver trovato la soluzione, facendo qualcosa che la legge non prevedeva: lasciarla, ma in segreto. Entrambi avrebbero avuto la certezza che il loro matrimonio era solo una facciata, ma questo le avrebbe salvato la vita, e le avrebbe dato la libertà che le serviva.

Per amore, Giuseppe avrebbe accettato anche di non poter realizzare mai la sua vita da sogno, non solo con Maria, ma con nessun’altra. Ma questo forse non era poi un problema così grande: quale altra donna avrebbe potuto rubare il posto che Maria aveva nel suo cuore? Così pensava di poter sopportare una vita in solitudine, nutrendosi solo dell’amore per la sua sposa lontana.

Chiunque altro si sarebbe arrabbiato con Dio, che prima gli fa il dono di un amore così grande, e poi glielo porta via. Ma Giuseppe, uomo giusto, ama il suo Dio. E sa che Dio lo ama. Se il Signore ha agito in questa maniera, ci deve essere una motivazione. Forse lui, ora, semplicemente non riesce a comprenderla.

Ma Giuseppe si sbaglia. E di grosso. Dio non ha un disegno solo per Maria, ma anche per lui. Anzi, il progetto coinvolge entrambi. Come marito e moglie. Giuseppe non deve farsi da parte, ma essere parte attiva. Questo bambino non è solo un dono per Maria, ma anche per lui. Dovrà accoglierlo, accudirlo, amarlo, crescerlo, istruirlo… come padre.



PREGHIERA

  • Signore, come Giuseppe, io vorrei una vita...
  • Signore, come Giuseppe, sono pieno di dubbi…
  • Signore, come Giuseppe, vorrei mettermi da parte…
  • Signore, come Giuseppe, tu mi chiami a…



CONTEMPLAZIONE
Gusto, senza più bisogno di parole, la presenza di Dio. Cerco di vedere me stesso e il mondo come li vede lui


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